Il ruolo fondamentale dei mercati volontari del carbonio nella lotta al cambiamento climatico è ormai riconosciuto a livello internazionale. La Decisione CP:21/ (par. 136) dell'Accordo di Parigi, nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), sottolinea come questi mercati abbiano un importante valore economico, sociale e ambientale. Il loro sviluppo sarà inoltre incentivato grazie all’intesa raggiunta sull'articolo 6 dell'Accordo di Parigi durante la COP 26, che definisce le regole dei mercati del carbonio a livello internazionale.
Anche l’Unione Europea con lo scopo di incentivare gli assorbimenti del carbonio del settore agro-forestale e ottenere una contabilizzazione del carbonio robusta, solida e trasparente ha pubblicato una Proposta di Regolamento, che istituisce un quadro di certificazione dell'Unione per gli assorbimenti di carbonio (Bruselles, 30.11.2022 COM 672 final 2022/0394 COD), semplificando e chiarendo il processo di certificazione dei crediti di carbonio.
A livello internazionale nei mercati volontari il ruolo dei crediti del settore agro-forestale è preponderante rispetto agli altri settori. Nel 2021 i crediti del settore agro-forestale hanno raggiunto il valore di mercato di 1.327 milioni di dollari contro 479 milioni di dollari dei crediti generati dalle energie rinnovabili.
Anche il mercato volontario nazionale si è sviluppato maggiormente negli ultimi due anni. I prezzi di vendita hanno raggiunto una media di circa 25 euro/tCO2e, e i volumi hanno ampiamente superato un milione di tCO2e, che rappresenta il valore massimo negli ultimi 10 anni.
Nonostante il mercato volontario in Italia abbia grandi potenzialità di crescita, si sta però sviluppando in modo poco omogeneo, con una variegata regolamentazione, nonché standard e sistemi di certificazione non sempre confrontabili.
Il mercato volontario italiano a differenza del mercato di altri paesi europei non è regolamentato e non esiste un registro unico nazionale dove inscrivere i crediti né un decreto attuativo che definisca le regole per la generazione e vendita dei crediti.
Lo scarso utilizzo degli strumenti di certificazione dei crediti di carbonio e all'assenza di linee guida nazionali e di un registro nazionale dei crediti di carbonio non permette investimenti costanti in un mercato nel quale, non essendoci una regolamentazione, il rischio di incappare in truffe o concorrenza sleale è molto alto.
Ed è qui che si è avviato il lavoro del CREA PB e in particolare il Nucleo Monitoraggio Carbonio (NMC), che ha coordinato un gruppo di lavoro interistituzionale al fine di aggiornare all’attuale contesto normativo nazionale, europeo e internazionale, il vecchio Codice Forestale del Carbonio, pubblicato dal CREA nel 2014 (CFC2014). Il CFC2014 ha rappresentato l’unico riferimento tecnico e regolatore per il mercato volontario nazionale.
Il NMC ha instituito nel 2022 un Comitato tecnico scientifico (CTS), coordinato dal CREA PB e composto dal: Centro di ricerca Foresta Legno del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA- FL), Direzione foreste ed economia montana (DIFOR) del Ministero della sovranità alimentale e forestale (MASAF), Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), Istituto superiore per la ricerca ambientale (ISPRA), Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale (SISEF), Dipartimento territorio e sistemi agroforestali dell’Università di Padova (TESAF), Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali- produzione territorio agroenergie dell’Università statale di Milano (DISAA) e da 3 rappresentanti delle Regioni nominati dal Tavolo di concertazione permanente del settore forestale del MASAF (DM 6792 del 26/6/2019).
Il CTS aveva il compito di aggiornare il CFC2014, per promuoverne una nuova versione quale “Linee Guida Nazionali per un mercato volontario forestale”. A tal proposito il CTS si è riunito 7 volte arrivando a definire un documento consolidato denominato “Codice forestale dei crediti climatici” (CFC2023), che rappresenta una solida base scientifica e procedurale per riconoscere e certificare i crediti di carbonio vendibili in un mercato volontario nazionale. Le modalità di contabilizzazione degli assorbimenti proposte sono coerenti sia con la proposta di Regolamento Certification framework for carbon removals, e sia con le metodologie previste dalle 2006 IPCC Guidelines for National Greenhouse Gas Inventories (vol. 4, IPCC, 2006): nonché in coerenza con quanto disposto dal D.lgs. n. 34 del 4 aprile 2018 (TUFF), articolo 7, comma 8 e 9 che prevede l’attivazione a livello regionale e nazionale di sistemi di riconoscimento e pagamento dei servizi ecosistemici ed ambientali (PSE) generati dalle attività di gestione forestale sostenibile.
Il CFC2023 è quindi, uno strumento rivolto a chi vuole realizzare progetti forestali sul territorio italiano, con lo scopo di generare crediti di carbonio vendibili, per la compensazione delle emissioni residue, ad organizzazioni pubbliche o private che operano a scala nazionale e con sede in Italia in un mercato volontario. Questi crediti generati devono possedere requisiti tecnici, ed essere calcolati con metodologie ufficiali, per essere quindi riconosciuti, certificati, e inserirti in un Registro ufficiale nazionale.
Gli obbiettivi principali del CFC, coerentemente con la Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro di certificazione dell'Unione per gli assorbimenti di carbonio (Bruselles, 30.11.2022 COM(2022) 672 fina l 2022/0394 COD), sono:
- incrementare il sequestro del carbonio degli ecosistemi forestali, grazie all’attivazione di nuovi progetti di imboschimento, rimboschimento e di gestione forestale sostenibile che vadano oltre agli obblighi definiti dalla normativa vigente;
- stimolare i proprietari e gestori forestali ad effettuare la pianificazione forestale e tornare a gestire attivamente i propri boschi, incrementando l’erogazione dei “servizi ecosistemici” e in particolare la capacità di sequestro del carbonio;
- assicurare ai proprietari e ai gestori forestali un riconoscimento, anche finanziario, degli impegni aggiuntivi sostenuti per generare “servizi ecosistemici”, in attuazione di quanto disposto all’articolo 70 della legge n.221 del 28 dicembre 2015, del collegato ambientale del 2015 e dall’art. l’articolo 7, comma 8 e 9 del D.lgs. n. 34 del 4 aprile 2018 (TUFF);
- promuovere un mercato volontario del carbonio basato su standard rigorosi, trasparenti e verificabili, grazie al rispetto dei requisiti del CFC2023 e l’attivazione di un Registro nazionale;
- incanalare i finanziamenti del settore privato in progetti forestali realizzati sul territorio nazionale che incrementano lo stock di carbonio sia su proprietà pubbliche che private;
- contribuire alla riduzione delle emissioni causate da eventi estremi (es: incendi, tempeste di vento, ecc.), grazie ad una gestione forestale mirata alla prevenzione e riduzione dei rischi e vulnerabilità e mobilitando finanziamenti aggiuntivi per la tutela del patrimonio forestale dagli eventi naturali estremi
Il CFC2023 sarà utilizzato come base di riferimento per la costruzione del Decreto attuativo, previsto dall’ art 45 della legge , n. 41 del 21 aprile 2023, volto ad individuare le linee guida per la certificazione dei crediti e per l’implementazione e gestione del Registro pubblico nazionale del mercato volontario agro-forestale.